ECOMUSEO DELL’ENERGIA PULITA
Ci sono opere a Verona che hanno profondamente cambiato il nostro territorio.
Se guardiamo la città dall’alto ci accorgiamo quale grande risorsa possano essere i numerosi canali che hanno origine dall’Adige e che formano la nervatura di un sistema costituto da opere di presa, dighe e centrali, che sono la testimonianza architettonica e ingegneristica di un periodo storico che ha inizio a cavallo tra l’800 e il 900.
Il progetto che presentiamo propone la creazione di un Ecomuseo dell’Energia Pulita, Si tratta di un percorso ciclopedonale che percorre in buona parte gli argini dei canali che alimentano le centrali idroelettriche nella zona sud-est di Verona e segue il corso dell’Adige riscoprendo zone verdi ancora intatte. Un museo diffuso che promuove la scoperta e la valorizzazione delle opere che nel corso degli anni hanno permesso l’utilizzo delle acque dell’Adige per la produzione di energia idroelettrica ed è caratterizzato da tre aspetti fondamentali:
- L’aspetto storico-didattico: per far conoscere le realtà storiche della produzione di energia da fonte rinnovabile, quindi non inquinante, un modo per sensibilizzare le nuove generazioni.
- L’aspetto della mobilità sostenibile: quindi una tangenziale ciclabile da Nord-ovest a Sud-est collegabile, con varie diramazioni a quei tratti di ciclabile già esistenti, permettendo di mettere in comunicazione i borghi periferici della città.
- L’aspetto ecologico-naturalistico con la riscoperta delle zone verdi incontaminate a ridosso della città. Quindi la valorizzazione dell’Adige e il suo ecosistema, un ambiente fluviale da conoscere e preservare.
Il percorso parte dalla Diga di Chievo e arriva fino alla centrale di Zevio, seguendo una straordinaria logica temporale e geografica.
Lo sfruttamento delle acque del fiume è infatti iniziato a Chievo nel 1887 con la messa in funzione del Camuzzoni e le opere successive sorgono via via sempre più a valle, fino ad arrivare alla Centrale di Zevio messa in funzione nel 1959.
La lunghezza del percorso è di circa 25 chilometri di cui circa 14 sono già pista ciclabile.
Dei rimanenti 11 chilometri una parte si svolge lungo gli argini dei canali idroelettrici di competenza dell’AGSM e dell’ENEL, parte sull’argine dell’Adige la cui competenza è del Genio Civile che a già avviato un’opera di recupero a scopo ciclopedonale e alcuni altri brevi tratti sono su strade asfaltate a traffico ridotto o con pista ciclabile da realizzare.
Questa ciclabile potrebbe costituire un’arteria strategica di collegamento tra la parte nord e la parte sud di Verona attualmente collegate da strade altamente trafficate ed escludenti le biciclette e le allaccianti ai vari quartieri ne amplierebbero la fruibilità e la potenzialità.
Con il già previsto collegamento della ciclopista del Biffis con la diga del Chievo, la nostra ciclabile dell’energia pulita permetterà di completare il macro itinerario che in riva destra permette di scendere dalla Val d’Adige superare Verona e proseguire verso la foce
Inoltre, è novità del 2016., presso la Centrale di Bussolengo è stato allestito un primo museo sulla storia dell’energia elettrica e del Canale Biffis. Si prospetta quindi un ampliamento a nord della Via Ciclabile dell’energia Pulita fino a Rivoli dove da tempo sono attive anche alcune pale eoliche.
L’Ecomuseo dell’Energia Pulita è un progetto ambizioso e sarà un patrimonio collettivo che potrà realizzarsi con una grande sinergia tra gli enti gestori delle centrali, i comuni, le associazioni, le scuole, gli ordini professionali e tutte le persone che come noi vogliono valorizzare il territorio nel quale vivono e promuovere la mobilità dolce.
Come si dice “anche il viaggio più lungo inizia con il primo passo” o nel nostro caso con il primo giro di ruota.