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LA CHIESA DI SAN VALENTINO A BUSSOLENGO

Dai primi documenti noti si evince che la chiesa era presente a metà del XIV secolo, in pieno periodo Scaligero, quando la confraternita dei Disciplini ottiene il permesso per farne la loro sede restaurandola e ricavando in un luogo annesso un “ospitale” per la cura di viandanti e pellegrini.

La chiesa, dall’architettura semplice a campata unica con tetto a capriate lignee è posta a sud del paese, al limite della campagna quasi a fare da cerniera col mondo contadino. La venerazione del santo vescovo di Terni, martire nei primi secoli del Cristianesimo, è molto radicata tra la gente di Bussolengo che lo riconosce come suo patrono e, da oltre 300 anni gli dedica un’importante fiera. Dalla sua vita e dai suoi miracoli Valentino assume il ruolo di protettore degli epilettici ma, specie Bussolengo, è riconosciuto come protettore degli animali e delle mandrie fino a diventare ai nostri giorni il santo degli innamorati.

Preziosi cicli di affreschi abbelliscono l’interno della chiesa raccontando episodi di vita del santo e scene di fede religiosa. La luce diffusa che penetra dalle aperture fa trasparire in tutta la loro forza cromatica le opere pittoriche di stile gotico che, in serie di riquadri disposti a più registri, sono visibili nelle pareti. A sud si racconta l’episodio di “Cratone e il miracolo del figlio Cheremone” guarito da S.Valentino, oltre a una serie di riquadri di santi. A Nord, dove l’umidità ha rovinato in parte le opere, si leggono altre immagini di santi. Sono tutte datate fra il 1300 e il 1500 e sono riconducibili in parte a Giovanni Badile mentre per le più recenti alla bottega dei Morone. Nei Portici laterali che si aprono all’esterno, altre opere importanti fanno mostra di sé: a sud una splendida “crocifissione” e a nord un ulteriore ciclo di affreschi, piuttosto rovinati dal tempo, che ripercorrono la vita del Santo.

L’altare maggiore è del 1648 ed è dedicato a San Valentino mentre nei due laterali spiccano due grandi tele: il “Cristo deposto” di Domenico Bertini e la “Madonna col bambino e i santi Fermo e Rustico” di Felice Cignaroli. La statua lignea di “San Valentino benedicente” è opera di artigiani tirolesi del 500 e tradizione vuole che venga portata in processione durante la fiera omonima.

Sulla parete di destra si apre in una nicchia uno splendido “Santo Sepolcro” con statue lignee dalla drammatica e coinvolgente espressione. Sulla cantoria è raffigurato il miracolo attribuito al Santo per aver salvato il bestiame dell’epidemia del 1711.

Importanti Restauri sono stati compiuti nei secoli: dalla sostituzione della cupola del campanile originariamente a cipolla, danneggiato nel 1863, alle opere strutturali del 900 col rifacimento del tetto e l’apertura del portico a sud. Fino ai restauri degli affreschi interni avvenuti negli anni 90.

Ora la chiesa, prezioso scrigno d’arte e di devozione è aperta a visite guidate organizzate dai volontari dell’associazione “Pagus Pictus” di Bussolengo (371 418 9641) che accompagnano il visitatore alla scoperta di autentici tesori da far emergere, conoscere e apprezzare.

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