“Il ponte Tibetano “
La montagna veronese è conosciuta e apprezzata per le bellezze del suo paesaggio, per le testimonianze artistiche e culturali del territorio, per la varietà di ambienti e il piacevole clima e per i suoi prodotti genuini. Per questo è meta di turisti e villeggianti che prediligono un ambiente tranquillo per dedicare il loro tempo in passeggiate ed escursioni in una natura ancora incontaminata, alla scoperta di angoli suggestivi e panorami unici.
Ora questo ambiente si arricchisce di una novità. Da un paio di mesi, nella selvaggia Val Sorda, stretta ed ombrosa, dove scorre limpido il Rio Mondrago, in briose cascatelle tra le rocce e le felci, sospeso nell’ aria, tra il bosco e il cielo, eccolo lì… il ponte tibetano. Una passerella che collega i due versanti della valle mettendone in comunicazione i sentieri.
Un’ opera ardita, concepita e ultimata in qualche mese. Si tratta di un ponte sospeso su cavi d’acciaio tesi da una parte all’altra della Val Sorda alla bella altezza di 40 metri.
La passerella permette l’agevole passaggio ed è perfettamente sicura.Il ponte, unico del suo genere nel Veneto, fa parte di un sistema di sentieri che ne solcano i boschi tra il comune di Marano di Valpolicella e S. Anna d’ Alfaedo, un paradiso per gli appassionati di camminate in montagna. Il manufatto è lungo 52 metri ed è raggiungibile dal fondo valle attraverso un impervio sentiero a tratti attrezzato che parte dalla confluenza con la Val Dei Progni, qualche chilometro a nord di Fumane, poco distante dalle famose cascate di Molina.
Si risale la Val Sorda fra attraversamentipittoreschi ea tratti tecnici e dopo qualche decina di minuti lo si nota sopra di noi. Dal fondo valle l’ arrampicata all’accesso del ponte è ripida e abbastanza impegnativa.È sicuramente più agevole raggiungere il ponte partendo dall’alto, da Malga Biancari, nel comune di Marano.
Dalla provinciale per Cerna, dopo l’ abitato di S. Rocco, prendiamo una stretta strada a sinistra che scendendo di quota ci porta in località Girotto dove troviamo una zona per pic-nic con tavoli e panche e attrezzata per barbecue.
Da qui parte un sentiero in discesa che entra nel fitto bosco con passaggi suggestivi che in meno di mezzora ci porta all’ imbocco del ponte. Il percorso è stato realizzato ex-novo a integrare la preesistente sentieristica ufficiale.
L’ opera ingegneristica è senz’ altro un gioiello di cui si può vantare il territorio e potrà servire da volano per la valorizzazione della montagna veronese nei suoi aspetti più naturalistici.
Spettacolare ed emozionante, il ponte tibetano è davvero da provare ed insieme alla fitta rete di sentieri a tratti attrezzati che percorrono i boschi e le valli, è senz’ altro una chicca che un amante della montagna non può lasciarsi sfuggire.
Franco Chesini