Eto Volù la Bici Pedala !

La ciclopista del Sole

 

Tratto veronese                                                    di  Franco Chesini  e  Roberta De Bortoli

Località di partenza: Chievo (VR)                                                           

Località di arrivo: Canale
Lunghezza: 26,0 km
Dislivello: 140metri
Quota massima raggiunta: 225 metri
Caratteristiche: Asfalto 95%  Cemento 5%

Verona Report apre una nuova rubrica , dedicata agli appasionati della bicicletta , facendo dei reportage per fa conoscere le varie piste ciclabili di Verona e provincia.

La Ciclopista del sole è una rete di piste ciclabili che in progetto dovrebbe collegare Capo Nord a Malta;dunque attraversare tutta Europa nella direttrice Nord-Sud. Un progetto ambizioso che pian piano si sta realizzando. Già molti tratti sono agibili, alcuni in costruzione, altri in progetto, altri solo ipotizzati.

Nella parte che riguarda l’ Italia, già da anni è agibile il tratto che dal Brennero, al confine con l’ Austria, scende a Bolzano per poi proseguire lungo l’ Adige verso Trento e oltre. Una diramazione raggiunge il lago di Garda nella parte più a nord attraversando la pittoresca Valle di Loppio, mentre il ramo principale prosegue in Val d’ Adige verso sud ed è ultimato fino a Borghetto, al confine con il Veneto

Il tratto riguardante la provincia di Verona si estende per 26 km ed è stato ultimato e aperto al transito dei ciclisti nel giugno del 2010. Lo andremo a percorrere partendo dalla periferia di Verona in direzione nord-ovest, in pratica risalendo il corso dell’ Adige. Il punto di partenza è localizzato poco oltre l’ abitato di Chievo dove la provinciale attraversa il canale Biffis che alimenta la vicina centrale idroelettrica. Qui vi è stato ricavato un piccolo parcheggio e una tabella segnala l’ inizio della via ciclabile con alcune importanti informazioni. Siamo a quota 86m s.l.m.

Si parte in direzione ovest seguendo il canale su un asfalto liscio e agevole in una impercettibile salita, e facendo attenzione a un paio di attraversamenti si giunge in loc: Corno. Dopo una breve discesa arriviamo a una prima zona di sosta attrezzata con tavoli e panche in legno e una fontana d’acqua. Siamo in loc. San Vito al Mantico e abbiamo fatto poco più di 5 KM . Proseguiamo verso Bussolengo e per un tratto ci portiamo sull’altra sponda costeggiando il canale Alto Agro che qui scorre parallelo al Biffis. A questo punto la pista fiancheggia la comunale e dopo il sottopasso della tangenziale, con una breve salita ci porta nell’ abitato di Bussolengo (7 Km-123m s.l.m.). Attraversiamo il paese seguendo la direzione ovest, superando l’ ospedale e il monumento ai caduti, prendiamo via Lungomonte e poi via Roma e appena usciti dal paese ritorniamo sul Biffis in prossimità della centrale ENEL. anche questa alimentata dal canale, siamo all’ ottavo Km.

Qui inizia il tratto più suggestivo: sulla nostra destra ci godiamo il panorama della Valpolicella con l’adige sotto di noi che compie un’ ansa in una vegetazione rigogliosa. Più in là il monte Baldo che supera i 2000m, il solco della Val d’ Adige, poi il monte Pastello e il Corno d’Aquilio, l’ altopiano dei Lessini e le cime del Carega.

Il canale compie un’ ampia curva verso nord e noi ne seguiamo il corso. Piccole valli boscose degradano verso il fiume alternate a collinette ne caratterizzano il tratto, sono le “Ale di Pol”, una zona pittoresca e selvaggia che ci invita a fermarci per godere del paesaggio. Infatti poco dopo ecco la seconda area di sosta. Siamo al Km 11,300, qui troviamo le rastrelliere per le bici, i tavoli e le panchine, una tettoia che serve da riparo e naturalmente la fontana d’ acqua.

Dopo un Km incrociamo la strada che sale da Pol ed è diretta verso Piovezzano e il lago di Garda. Al 13° Km troviamo il primo dei due cavalcavia che attraversano le strade più trafficate. La struttura è in legno con pilastri di cemento che la sostengono e nella parte alta la carreggiata si allarga permettendoci di sostare per ammirare dall’ alto il paesaggio. Dopo l’ incrocio con la strada che sale da La Sega attraversiamo la selvaggia Val del Tasso dall’alto del ponte, bel esempio di ingegneria industriale dell’ epoca fascista.

Qua sotto fino agli anni cinquanta correva la ferrovia Verona-Caprino che risaliva la valle per arrivare ad Affi e da lì si divideva in due tronconi, uno proseguiva per Caprino, l’altro scendeva verso il lago e arrivava a Garda. Tuttora troviamo varie testimonianze del passaggio della linea, alcune stazioni, qualche ponte, qualche sottopasso e delle massicciate stanno a ricordare una importante struttura del recente passato.

Il secondo cavalcavia si trova in loc: Ragano, oltre il 15mo Km e la pista prosegue sempre sull’ argine sinistro del canale in quella che era fino al 2010 solo una strada sterrata chiusa al traffico e riservata all’ Enel per le manutenzioni del canale.

Si incrocia la strada che sale da Gaium e poco dopo arriviamo alla fine del tratto piano e abbiamo fatto quasi 19 km. Il Biffis entra in galleria e un costone di roccia si erge come barriera davanti a noi.

Interessante a questo punto sarebbe una visita alla vicina chiesetta di San Michele in loc: Gaium. La raggiungiamo scendendo verso l’ Adige su uno sterrato un pò sconnesso e siamo in un ambiente alquanto suggestivo. La chiesetta che risale al 1500 è quel che rimane di una antica, ben più grande, rimasta danneggiata durante l’ ultima guerra mondiale e poi irrimediabilmente crollata. L’ ambientazione è pittoresca, chiusa tra l’ Adige e il sovrastante costone roccioso. Lì vicino c’ è il cimitero di Gaium e l ’Adige in questo punto è appena uscito da una stretta gola. Il sentiero qui finisce e dobbiamo tonare indietro.

Continuiamo la nostra pedalata che a questo punto diventa più impegnativa: si tratta infatti superare il monte La Mesa per un tratto di salita di poco più di un Km con qualche tornante il tutto in mezzo al bosco.

Man mano che saliamo si apre uno stupendo panorama dove l’ Adige, appena uscito dalla chiusa di Ceraino entra nel tratto pianeggiante verso Verona e la pianura Padana.

Superata la colma del monte La Mesa inizia la discesa e poco dopo,  in prossimità di un tornante a sinistra si apre un sentiero in salita che porta a un punto panoramico molto interessante. Qui siamo proprio sopra la chiusa dove l’ Adige compie una doppia curva fra le alte pareti rocciose e forma uno splendido canyon. Verso nord si apre la Val d’ Adige con a destra il forte di Rivoli e a sinistra quello di Monte segnalando l’ importanza storica di questa via di comunicazione e terra di confine fino all’ inizio del secolo scorso.

Proseguendo la nostra pedalata giungiamo a Rivoli e siamo al Km 22,500. Sulla sommità di un costone roccioso domina la vallata il forte Wohlgemuth. Eretto dagli austriaci attorno al 1850 è di grande interesse storico e culturale, in ottimo stato di conservazione, al suo interno è stato allestito il museo della Grande Guerra per ricordare i drammatici momenti che hanno interessato il territorio.

Attraversato il paese in direzione nord imbocchiamo di nuovo la pista ciclabile che ora scende verso la Val d’ Adige. Al primo tornante si apre un favoloso panorama dove lo sguardo spazia sulla valle percorsa dalle anse del fiume con a sinistra le pendici del Monte Baldo e a destra i declivi del Monte Pastello. Ora non rimane che lasciarci andare nell’ agevole discesa che in poco tempo ci porta in riva all’ Adige dove inizia la “Terra dei Forti” e dopo un tratto che fiancheggia la provinciale, la pista improvvisamente finisce (per ora).

Siamo in Loc, Canale ed abbiamo percorso 26 Km. Qui è prevista la prosecuzione della pista e il collegamento con il tratto trentino. L’ opera è già stata finanziata, in parte con fondi europei e i lavori inizieranno nel maggio del prossimo anno. La pista, definita “l’autostrada delle ciclabili” sarà agibile alla fine del 2013 e sarà costruita, come del resto nel tratto già terminato, con tutte le caratteristiche europee (protezioni, segnaletica, aree di sosta). Sarà un’ attrattiva per un numero sempre maggiore di turisti che usufruendone, apprezzeranno le bellezze del paesaggio attraverso un turismo escursionistico, non inquinante e attento alla natura, al paesaggio e alla cultura di questo nostro territorio.

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