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Le mura e i forti di Verona Terza parte: Le Torricelle e i forti collinari

La cinta collinare veronese, dal periodo scaligero in poi si è andata via via completando con vari interventi atti a rafforzarla e ad adattarla alle mutate esigenze difensive.

Si è ulteriormente arricchita, nel corso del XIX secolo, in epoca austriaca (1814 – 1866), di opere esterne a circondare la città e a costituire un formidabile campo trincerato di impossibile penetrazione.
In questa terza parte andiamo ad esplorare le Torri Massimiliane poste sulla collina a nord di Verona come presidio dei punti strategici, e i forti collinari con cui dialogavano e incrociavano il tiro. Tra il 1837 e il 1844 vengono costruite le quattro Torricelle e i forti Biondella, S.Mattia, S.Leonardo e Sofia che dominavano dall’alto la città e costituivano un presidio invalicabile ma anche un simbolo di potere che
faceva da monito ai cittadini e deterrente ad eventuali insurrezioni.

Le Torricelle sono quattro, a pianta circolare presentano un piano inferiore di pianta più larga con le feritoie per i fucilieri, mentre il piano superiore, casamattato, ospitava 12 bocche da fuoco. Sul terrazzo circolare servito da una doppia rampa di scale elicoidali, le artiglierie montate su speciali afusti girevoli consentivano una difesa a 360° del forte.
Nella parte ovest della collina veronese vengono edificati i tre forti su alture a vari livelli di altitudine. Posto più in basso, il Forte Sofia, dedicato alla granduchessa Sofia d’Asburgo, si presenta simile ad una Torre Massimiliana protetto da mura alla sua base.

Costruito sulla collina all’imbocco della strada per Avesa batteva la strada del Tirolo, e dialogava con il Bastione di San Giorgio.
Poco più in alto, il Forte S.Leonardo dominava la città e poteva battere ad ampio raggio tutta l’area orientale della cinta urbana.

Possedeva un vasto ridotto centrale articolato su due livelli e verso nord erano posizionate in barbetta delle postazioni protette da grossi Merloni. Negli anni  è stato in parte demolito e trasformato con l’aggiunta di nuovi volumi in santuario mariano.
Nella parte più alta del colle il Forte S.Mattia ha uno sviluppo planimetrico piuttosto articolato per adattarsi alla conformazione collinare. Le sue batterie avevano il compito di coprire le torri Massimiliane e il fianco est di Castel San Felice fino ai sottostanti forti San Leonardo e Sofia.

Queste strutture furono adibite a carcere militare durante il secondo conflitto mondiale dalle truppe Naziste che occupavano Verona.
Caratteristica era la strada militare completamente incassata e nascosta che serviva i tre forti, chiamata lasagna per la guida centrale in pietra, tuttora esistente, che veniva utilizzata dai soldati per l’avvicendamento delle guarnigioni.

Con l’aiuto dell’esperto Maurizio D’Alessandro andiamo ad approfondire la conoscenza di questo patrimonio di architettura militare che, dietro un’apparenza solida e austera nella sua tecnica costruttiva mostra di sé una raffinata eleganza, indice di rispetto per la cultura e le opere del passato.

Una caratteristica riscontrabile in tutti gli interventi austriaci di quel periodo storico.
Prossimamente la quarta puntata.

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Franco Luigi Chesini (Verona Report)

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