Le mura e i forti di Verona – Quarta parte: Il campo trincerato e i forti staccati
A completare le opere di difesa di Verona, nell' ultima parte del loro dominio, gli Austriaci intrapresero un’opera di rafforzamento del campo trincerato esterno con la costruzione di due cerchie di forti staccati a far da barriera insormontabile ad un eventuale tentativo di penetrazione del nemico sulla città.
Dopo la Prima Guerra d’Indipendenza, quando i Piemontesi giunsero a Santa Lucia alle porte di Verona, fu data piena attuazione al piano di Von Scholl che prevedeva una prima cerchia di 12 forti che veniva completata tra il 1850 e il 1852, distanti un paio di chilometri dal fronte bastionato e costruiti per lo più sul ciglione atesino a sud ovest della città dove ora scorre la ferrovia del Brennero. Di questi, pochissimi
son rimasti, inglobati nella successiva urbanizzazione.
I forti della prima cerchia:
– Forte Chievo (Franz Joseph) 1850/52
– Forte Croce Bianca (Strassoldo) 1851
– Forte Spianà (Walmoden) 1851
– Forte S.Zeno (Radetzky) 1848/50
– Forte S.Massimo (Liechtenstein) 1848/50
– Forte Fenilone (D’Aspre)1848/50
– Forte S.Lucia (Schwarzenberg) 1848/50
– Forte Palio (Alt-Wratistaw) 1848/50
– Forte Porta Nuova (Clam) 1848/49
– Forte Tombetta (Culoz) 1849
– Forte S.Caterina (Hess) 1850/52
– Forte S.Michele (Kaiserin Elisabeth) 1854/57
L’avvento delle nuove artiglierie a canna rigata portò ad uno stravolgimento delle tecniche difensive fino ad allora adottate. La maggior gittata e la maggior precisione di traiettoria resero l’esistente campo trincerato, completamente inadeguato.
Le nuove batterie potevano colpire i corpi di piazza da oltre 5 km e veniva aumentato il potere penetrante e dirompente di nuovi proiettili come una carica di scoppio più che raddoppiata. Questi concetti imposero una revisione delle teorie difensive considerando l’ampliamento della piazzaforte come soluzione obbligata.
I compiti di progettazione delle del nuovo sistema fu affidato al colonnello del Genio austriaco Andreas Tunkler (1818 1873), il quale ideò la nuova cerca di forti staccati che sorse il tra il 1860 e il 1866 ad una distanza di circa 4 km dalla cinta continua di Verona, che avrebbero avuto il compito di tenere a debita distanza le batterie degli eventuali aggressori. Sulla collina di sinistra Adige fu dato un assetto permanente alle opere campali costruite in fretta al castello di Montorio, poco più a nord sul monte Preara (Forte John), mentre nella piana di destra Adige furono edificati 5 moderni forti a chiudere la zona sud est di Verona. Di concezione più moderna e razionale, i nuovi forti seguivano un unico disegno e differivano fra loro solo per l’orientamento.
Inoltre nell’estate del 1866, nell’imminenza della guerra furono allestiti in tutta fretta i due forti in terra e palizzate di legno nella zona est della città Cà Bellina e Cà Vecchia.
I forti della seconda cerchia:
– Forte Parona (Albrecht) 1861
– Forte Lugagnano (Prinz Rudolph) 1860/61
– Forte Dossobuono (Erzherzogin Gisela) 186e2
– Forte Azzano (Neu Wratislaw) 1863
– Forte Tomba (Stadion) 1860/61
– Forte Cà Vecchia (Garofalo) 1866
– Forte Cà Bellina 1866
– Castello di Montorio 1860/66
– Forte Preara (John) 1860
Concludiamo con questo lavoro il percorso di divulgazione di questa realtà che dal 2000 ha portato Verona ad essere riconosciuta come Patrimonio dell’umanità UNESCO.
Uno speciale ringraziamento va a Maurizio D’Alessandro che ci ha validissimamente guidato in questa scoperta ricordando che “questo immenso patrimonio va protetto, conservato e fatto conoscere perchè fa parte della nostra storia e perciò delle nostre radici”.
Franco Chesini di Verona Report
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