ciclopiste

ciclabile della “CHIUSA DI CERAINO”

 

 

Il tratto ciclabile della Chiusa di Ceraino è la naturale prosecuzione della ciclabile “Adige Terra dei Forti” già in funzione dal 2014, e ha il compito di collegare la Valdadige alla Valpolicella inserendosi in un contesto affascinante e suggestivo. Un collegamento atteso da tempo che permette al visitatore cicloturista proveniente dal Trentino o dal centro Europa di accedere in tutta tranquillità a uno dei territori più importanti della nostra provincia: la Valpolicella, con i suoi rinomati vigneti, le sue favolose ville e le sue antiche pievi. Iniziati i lavori nella primavera del 2016 è stata portata a termine in poco più di un anno compresi i lavori di drenaggio del fiume. La sede della ciclopista è tutta compresa nello stretto spazio fra la strada statale del Brennero e il fiume Adige, lì dove prima cresceva una vegetazione selvaggia. Particolarmente suggestivo è il contatto con il fiume che scorre lì a qualche metro, racchiuso e ingabbiato da alte pareti rocciose.

La prima parte del percorso prevede il collegamento fra l’abitato di Domegliara e la riva dell’Adige a Volargne e si svolge su strade promiscue a bassa intensità di traffico ed è in pratica una tappa di avvicinamento alla pista vera e propria che parte in riva all’Adige a ridosso della parrocchiale di Volargne.
Il punto di partenza è fissato a Domegliara in Via Sotto Sengia dove questa si stacca da via Cesare Battisti e nel primo tratto segue il percorso della vecchia ferrovia Verona Caprino Garda, dismessa alla fine degli anni cinquanta che in questo punto si collegava alla linea del Brennero. Dopo neanche 500 metri la linea del vecchio trenino con una stretta svolta a sinistra oltrepassava la ferrovia del Brennero attraverso un sottopasso ancora esistente e puntava verso il ponte della sega. Noi invece proseguiamo dritti tenendoci paralleli alla Ferrovia de Brennero, alla base del costone roccioso che s’innalza sulla nostra destra e forma la propaggine più meridionale del Monte pastello. La stradina è semideserta e fiancheggia lo scalo merci di Domegliara fino al cimitero di Volargne dove, con un sottopasso, attraversiamo la ferrovia e arriviamo alla Statale del Brennero. Qui è previsto un semaforo a chiamata che ci permette di attraversare la strada in tutta sicurezza e di portarci in riva all’Adige in prossimità della chiesa parrocchiale di Volargne.

Abbiamo fatto 3 km e mezzo e qui inizia la ciclabile in sede propria ed è sicuramente il tratto più suggestivo del tracciato. Una rampa in discesa ci conduce in riva al fiume inoltrandoci in uno spettacolare canyon che qui l’Adige forma incuneandosi fra le altre pareti rocciose. Il tratto è spettacolare, il tracciato corre in riva al fiume poco sotto al piano della statale del Brennero all’ombra di alti alberi fra pareti di roccia verticale. È il percorso che il fiume si è scavato nel corso dei millenni dalla glaciazione del RIS quando tutta la Valle dell’Adige era coperta da un enorme ghiacciaio. Qui il fiume si è aperto un pertugio erodendo la roccia per continuare il suo percorso verso la Valpolicella, la città di Verona e quindi la Pianura Padana.

Noi risaliamo il corso dell’Adige verso nord, sulla sua riva sinistra seguendone i meandri in un ambiente pittoresco. Sull’altra sponda, seminascosta fra gli alberi scorgiamo i resti dell’antica chiesa di San Michele di Gaium andata parzialmente distrutta durante l’ultimo conflitto. Qualche centinaia di metri più avanti la gola si restringe ed è qui che fin dall’antichità era eretta una fortezza con il compito di controllare i traffici sul fiume, allora importante via di comunicazione tra le regioni del Nord e del Sud Europa. Sulla via fluviale  viaggiavano le merci più disparate su barconi o zattere e qui vi era un posto di dogana. Nel periodo veneziano il presidio fu rinforzato e nell’Ottocento, in epoca austriaca venne eretto un nuovo forte che andava da sbarrare la strada del Tirolo e la nascente ferrovia. I resti di questa fortificazione sono ancora visibili a fianco della statale e aggrappati al costone roccioso sovrastante. Nel secolo scorso per esigenze di viabilità si decise l’allargamento della strada il forte è stato sventrato è ridotto a rudere. Ora, venduto a privati si trova in stato di completo abbandono. Forte Chiusa Veneta

Il percorso ci porta in breve all’imbocco della Val d’Adige, dove il fiume forma una esse molto pronunciata. Una panchina invita ad una sosta rifocillante anche perché l’ambiente è magnifico. Il tratto successivo e scavato nella roccia e segue  un vecchio sentiero a picco sul fiume. Un’ampia curva verso destra anticipa il tratto finale, di fronte a noi la sagoma inconfondibile del Forte Wohlgemuth, antico baluardo austriaco a guardia della valle.  In questo punto fino a qualche decennio fa esisteva un passo volante per l’attraversamento del fiume, una zattera ancorata ad un cavo permetteva di passare sulla riva destra proprio sotto l’abitato di Rivoli ed era un importante collegamento in epoca austriaca tra le varie strutture fortificate esistenti sui due versanti della valle.

 Lasciamo  la riva dell’Adige girando a destra su una curva a gomito e dopo una breve salita raggiungiamo l’abitato di Ceraino. Siamo nella Terra dei Forti un tempo zona di confine e luogo di transito di merci e popoli. Numerosi forti dominano dall’alto la valle come a vegliare l’eterno scorrere delle stagioni. Siamo in Via Battello alla fine di questo nuovo tratto ciclabile. Possiamo proseguire verso nord seguendo la sinistra orografica della valle sulla stupenda ciclabile “Adige Terra dei Forti” già agibile dal 2014 che con i suoi 19 chilometri ci accompagnerà fino a Borghetto d’Avio in territorio trentino. Poi attraversato l’Adige si collega con la celeberrima Ciclabile del Sole, l’autostrada delle ciclabili, che corre sul versante opposto e ci permetterà di raggiungere l’Austria e di Nord Europa.

Le ciclabili del Veronese

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