IL CASTELLO DI SANGUINETTO

I primi riferimenti legati al maniero risalgono al 1200 quando si inizia a costruire una fortificazione su una piccola altura prosciugata dalle acque su ordine di re Autari. Su quelle preesistenze, nel 1375, gli Scaligeri eressero il castello, negli ultimi anni della loro dominazione a difesa dei possedimenti del basso Veronese minacciati dalle mire espansionistiche dei Gonzaga di Mantova. Era all’origine un complesso quadrangolare costituito da un cortile difeso da mura merlate con quattro torri agli spigoli e altre intermedie ad irrobustire la struttura. Tutto intorno correva un fossato alimentato dalle acque provenienti dal Tregnon che poi si scaricavano nella fossa Sanuda. Dietro la torre di ingresso munita di ponte levatoio era edificata una casa-torre adibita a ricovero delle milizie. Le torri d’angolo erano in origine aperte all’interno come nel castello di Villafranca; solo qualche anno dopo, in era viscontea, la torre all’angolo sud-ovest venne ampliata e chiusa sui quattro lati a mo’ di mastio.

La fortezza fu donata da Bartolomeo e Antonio Della Scala a Jacopo dal Verme che, legato ai Visconti ne rimase in possesso anche dopo la caduta della signoria veronese trasformando via via il castello fortificato in una residenza signorile. Appartiene a queste trasformazioni l’edificio addossato al lato est del cortile con loggia terrena e locali voltati, costruito in cotto con splendide colonne marmoree. I riferimenti architettonici di queste strutture si possono configurare come significativi dell’arte gotica lombarda di fine 1300 e si staccano dalla conformazione castellana delle origini.

Nel 1458 sotto la Repubblica di Venezia il complesso veniva confiscato ai discendenti del Dal Verme accusati di tradimento e ceduto al capitano della Serenissima Gentile da Leonessa. Fu in quel periodo che sul lato nord veniva costruito un edificio dotato di scala a doppia rampa restaurato a più riprese. Nel 1509 il castello fu messo a ferro e fuoco dalle truppe della “Lega di Cambrai”. Nel corso dei secoli successivi il castello veniva diviso in numerose proprietà che apportarono modifiche e rifacimenti sostanziali per le loro varie esigenze abitative: alcuni spazi aperti furono chiusi, furono aggiunte sopraelevazioni e introdotto arredi e decorazioni per lo più classicheggianti. Già nel periodo veneziano furono occupati gli spazi interni. Il complesso aveva perduto infatti la sua importanza strategica mentre veniva esaltata la sua funzione residenziale. Tutti i vari discendenti dei Leonessa e i proprietari successivi adottarono criteri propri nei loro interventi così da rendere il complesso eterogeneo da un punto di vista architettonico.

Alla fine dell’800 il Comune di Sanguinetto si adoperò per acquisire il manufatto entrando in possesso di buona parte dell’edificio e da quel momento furono avviati dei restauri adatti a ricavare gli spazi indispensabili per l’utilizzo come sede comunale e come uso pubblico: uffici, pretura, carceri, scuole, sale conferenze e teatro. Fra i primi lavori ci fu la sopraelevazione della torre d’ingresso e la ristrutturazione delle altre torri con l’aggiunta di merli ghibellini. Nel 1936 si procedette all’apertura della Loggia quattrocentesca e ad un ulteriore intervento di consolidamento e ripristino del castello. Va ricordato il furioso incendio che il 12 marzo 1962 distrusse gli interni dell’ala est, che ospitava le scuole e il teatro, provocando seri danni ad alcune porzioni dell’edificio. Tutto fu poi ricostruito in maniera approssimativa negli anni immediatamente successivi e recuperato e riqualificato solo recentemente.

Ora, il castello, situato nel cuore del paese di Sanguinetto è per gran parte di proprietà comunale. L’Antico maschio è invece ancora privato e racchiude un bellissimo salone d’accesso con un camino decorato a stucco con vari arabeschi. Nella parte pubblica si possono ammirare interessanti affreschi che richiamano figure mitologiche e motivi floreali, finte tappezzerie e altri elementi decorativi come un bel affresco del 1500. Oltre alla loggia, al pianterreno, sono visibili dei locali voltati a crociera mentre al piano superiore si può ammirare una grande sala con finestre finemente adornate da elementi in cotto rivolte all’interno e all’esterno del castello.

Numerosi sono stati nei secoli gli ospiti di prestigio che hanno soggiornato al castello: da Francesco Sforza a Bianca Visconti, da Francesco Gonzaga a Marco Antonio Venier. Nobili, poeti, scrittori e condottieri: da ricordare Foscolo, Pindemonte, Garibaldi e Francesco Giuseppe fino al Goldoni che, si narra, abbia preso spunto da vicende avvenute durante il suo passaggio per ispirarsi nella sua commedia “Il feudatario”.

Curiosità

All’entrata del Castello di Sanguinetto vi è una lapide incastonata nel muro con incisa la faccia di un leone e una fessura al posto delle fauci dove chiunque, sfruttando l’anonimato, poteva imbucare un biglietto contenente una denuncia. Solitamente si trattava di frodi fiscali ma ogni tanto giungeva qualche scritto piccante.

Silvio Pellico passò una notte nelle carceri del castello prima di finire allo Spielberg. Anche gli studenti protagonisti degli scontri di Curtatone e Montanara negli anni del Risorgimento vennero rinchiusi nel carcere mentre nulla si sa dello scheletro nell’armatura, rinvenuto oltre un secolo fa in una intercapedine delle mura.

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