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VILLA SPINOLA

Posta sul margine settentrionale dell’abitato di Bussolengo, al limite della terrazza alluvionale che domina il corso dell’Adige, l’edificio di Villa Spinola è uno dei più importanti esempi di villa signorile d’epoca presenti sul territorio.

Il contesto paesaggistico in cui è inserita è di rara bellezza: il declivio boscoso retrostante un tempo degradava verso il fiume e costituiva un grandioso parco con una splendida visuale sulla Valpolicella e i rilievi prealpini.

La sua struttura presenta tratti piuttosto insoliti come il doppio ordine di arcate che impreziosiscono la facciata. L’attuale conformazione architettonica è dovuta a una somma d’interventi attuati attraverso i secoli per adattarla alle esigenze e alle finalità man mano sopraggiunte.

Il complesso originale risale al XV secolo e occupa la parte est dell’edificio. Era composto da una struttura a due piani con annessa una torre colombaia. Nel corso del 1500, a tale primo nucleo fu contrapposto a ovest un basso edificio adibito a scuderie e magazzini agricoli. Questo veniva collegato al corpo principale attraverso una costruzione a due piani dotata di porticato con un elegante loggiato soprastante. Durante il Settecento, tutto il complesso fu innalzato di un piano costruendo un ulteriore loggiato e sopraelevando anche la torre colombaia che risultava troppo bassa rispetto all’insieme architettonico. Nel corso dell’Ottocento fu inoltre ampliato e innalzato il corpo a ovest con l’avanzamento di tale struttura verso il giardino inglobando il fabbricato agricolo del quale venivano preservate le ampie cantine voltate. Altri lavori furono realizzati nel secolo scorso con l’aggiunta di una colonna di servizi appoggiati al lato orientale e con l’apertura di alcune finestre sul lato nord, distinguibili dalle originali per il diverso uso dei materiali.

Il complesso architettonico era circondato da un vasto e rigoglioso parco che a nord scendeva fino alla riva dell’Adige, ricco di tempietti, fontane, statue e dotato di un belvedere in asse col portale d’accesso al giardino, a cui si accedeva percorrendo un viale di cipressi.

L’origine storica di Villa Spinola va ricondotta alla famiglia dei Bononome, ricca casata di commercianti veronesi. Essi ne furono proprietari dalla metà del Cinquecento e per circa un secolo. Si ha la conferma da una richiesta ufficiale, in data 1582, inviata al “Doge della Serenissima Repubblica di Venezia” in cui si chiedeva la chiusura della strada che correva in riva all’Adige, al tempo poco frequentata, e proponendo che venisse deviata in collina in modo da aggirare l’area dalla parte sud, e poi ridiscendere al fiume oltrepassata la villa. La richiesta fu accolta ed è così che ancora oggi si presenta la viabilità in questa zona.

Fu in quel periodo che venne a soggiornare, ospite dei Bononome, la principessa Margherita d’Austria, figlia di Carlo d’Asburgo, arciduca d’Austria, la quale era in viaggio verso Ferrara dove Papa Clemente VIII avrebbe celebrato il matrimonio (per procura) con il re di Spagna Filippo III. Il fatto costituì, all’epoca, un eccezionale avvenimento politico-dinastico di grande importanza per le relazioni fra le monarchie europee. Una targa, murata sotto il portico della villa ricorda il fatto.

Nel 1622 la principessa mantovana Eleonora Gonzaga venne ospitata nella villa durante il suo viaggio verso la Germania per andare in sposa all’imperatore Ferdinando II d’Asburgo.

Verso la metà del 1600, per via ereditaria la villa passò in mano ai conti Giusti che vi soggiornarono principalmente nei mesi estivi. Fu questo il periodo in cui venne realizzato il belvedere verso il fiume e innalzato il corpo a ovest.

Nel 1819 la villa e i terreni vennero venduti ai marchesi di Canossa e si racconta che veniva spesso a soggiornare il cardinale Luigi Canossa, vescovo di Verona.

La proprietà passò nel 1851 ai marchesi Portalupi e nel 1875, a seguito del matrimonio fra Carolina Portalupi e Ugo Spinola, quest’ultimo divenne proprietario dell’immobile e del terreno annesso.

Finalmente nel 1924, in epoca fascista, il comune di Bussolengo acquistò il complesso adibendolo ad edificio scolastico. Il giardino retrostante, che degradava verso il fiume, fu ampiamente rimaneggiato. Ne fu infatti ricavato un campo sportivo andando a spianare il terreno e a costruire una lunga pensilina aggettante verso la scarpata. Il viale alberato veniva quindi soppresso e il belvedere spostato in zona laterale. Si ebbe anche ad intaccare con gli scavi parte delle fondamenta dell’edificio il quale subì alcune fessurazioni. Furono aperte delle finestre sulla facciata nord ed eliminati i maestosi camini rinascimentali posti fra le finestre originali.

Nel 1958 l’edificio diventa sede della Scuola di Avviamento al Lavoro e, nel 1965 della Scuola Media Statale.

Nel 1971 vengono abbattute le case rurali adiacenti alla villa (il quartiere Portalupi) dove un tempo abitavano i custodi e i conduttori dei fondi agricoli, ed era la sede della portineria e della foresteria. Nacquero aspre polemiche a seguito di questi abbattimenti compiuti senza il benestare della Soprintendenza ai monumenti, considerati un attentato all’integrità e alla bellezza del monumento considerato: il massimo bene culturale del paese e quindi un orgoglio e un vanto per la comunità intera, al cui patrimonio ideale esso appartiene. Fu inoltre preso di mira il nuovo edificio scolastico che andava a sostituire il vecchio fabbricato di epoca fascista delle scuole elementari, il quale veniva a collocarsi nelle immediate adiacenze della villa stessa andando a soffocarne la vista. Nulla poté fermare lo scempio e ci fu un semplice invito alla valorizzazione della villa rispettando, con un rigoroso e intelligente restauro, il suo valore storico e artistico.

Nel 1980, nella parte ovest del fabbricato, prende sede la dirigenza dell’ULSS 22 e vi rimane per più di un decennio.

Per riportare il complesso al suo antico splendore, negli ultimi anni l’amministrazione di Bussolengo ha avviato un’opera di riqualificazione architettonica e di recupero strutturale. Sono stati recuperati alcuni saloni al piano terra e si sono riportati alla luce antichi soffitti lignei decorati e intonaci ornati con fregi e fasce affrescate. I restauri hanno rappresentato un‘occasione per riconsegnare alla comunità un patrimonio storico e culturale di indubbia rilevanza per tutto il territorio e che continua a dare lustro e prestigio alla collettività.

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